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Quante lettere ho scritto, nella mia vita! Quintali. Mi viene più spontaneo giudicarle a peso piuttosto che a numero. Chissà perché.
Cosa ero? Una grafomane? Sì, in parte, visto che scrivevo anche diari, racconti, poesie, abbozzavo romanzi, critiche a spettacoli, diari di viaggio. Mai pensando alla pubblicazione, senza nessuna velleità letteraria o artistica. La mia "arte" (si fa per dire), era altrove.
Forse ero, e ancora sono, una epistolomane. Ho sempre avuto scarsissima fiducia nelle mie capacità dialettiche. Quando parlo mi sembra sempre di tradire la verità che ho dentro. Sono 'approssimativa, inefficace, poco convincente. A volte sembra persino che io mentisca, tanto sono imprecisa. Le parole che avrei dovuto dire mi vengono in mente tre giorni dopo, ripensandoci.
Quando scrivo una lettera, invece, sento che le mie parole aderiscono al mio pensiero e al mio sentimento in una simbiosi felice, che investe il mio interlocutore, lo ricopre di una lucida pelle di verità.
Quando, prima Rizzoli e poi, nel 1995 Giunti pubblicarono il mio Lettere da un matrimonio, non si trattava, di un vero e proprio epistolario. C'erano, sì, tutte le lettere di Brancati; ma solo alcune mie, messe li per la dinamica del racconto del nostro rapporto. Di veramente mio c'erano i "raccordi" che avevo scritto per spiegare i vari momenti della nostra storia.
Ora tutte le lettere di Brancati e anche tutte le mie, sono custodite nel Fondo Proclemer del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Enzo Siciliano, a quel tempo direttore del Vieusseux, generosamente si offrì di ospitare tutto il materiale della mia vita artistica e privata: lettere, diari, ritagli di stampa, fotografie, diari di viaggio, servizi giornalistici, critiche ecc. Gli sarò grata eternamente. E' tutta roba che, alla mia morte, sarebbe finita in cantina. Un peccato, dopo tanto lavoro... .
E senza l'affettuosa collaborazione del Vieusseux questo mio sito non avrebbe mai visto la luce, Barbara Rossi, curatrice dei contenuti del sito, e che colgo l'occasione per ringraziare di cuore per la sua pazienza e bravura, è stata due volte a Firenze.
Le hanno fatto consultare tutto il materiale, le hanno procurato fotocopie di ciò che la interessava, hanno collaborato come meglio non si poteva. E a questo punto mi è d'obbligo citare il nome di Gloria Manghetti che del Vieusseux è un'infaticabile Vestale. Si deve in massima parte a lei e al suo sorridente entusiasmo se il Fondo Proclemer esiste e funziona in modo impeccabile.
E' in gran parte merito suo se io ho avuto il coraggio di intraprendere questo mio autobiografico viaggio nel Web. Il 20 Febbraio 1998 si inaugurò alla Sala Oro del Teatro della Pergola di Firenze una bellissima Mostra con parte dei materiali che avevo dato al Vieusseux. Quel 20 Febbraio 1998, Enzo Siciliano, Direttore del Vieusseux, mi scrisse una lettera.
Per la Mostra che il Gabinetto G.P.Vieusseux fece a Firenze al Teatro della Pergola fu pubblicato, a cura di Luca Scarlini, un bellissimo Catalogo , che mi è prezioso per ritrovare titoli, date, nomi, sui quali farei, nella mia vaghezza, una confusione d'inferno. Con il titolo Lettera d'amore in ritardo, Scarlini pubblicò nel Catalogo un intervento che io feci a Catania nell'Ottobre del 1994 per il Convegno Vitaliano Brancati - 40 anni dopo. Era una lettera che io scrivevo a Brancati 40 anni dopo la sua morte.
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